Twa Srl
TWA image cover

Salcheto è sangiovese, qualità e sostenibilità. Radicata nello storico territorio del Nobile di Montepulciano ha improntato il suo stile sulla contemporaneità dei vini e dei valori etici di impresa.

Fondata nel 1984 come classica fattoria multi-colturale, Salcheto è oggi una realtà vitivinicola di 60 ettari di vigneti biologici, organizzata secondo i dettami della sostenibilità sistemica. Inaugurata nel 2011, la sua nuova cantina è improntata sull'efficienza energetica, l'integrazione con il territorio e l'apertura ai visitatori, oltre ovviamente alla vinificazione del miglior Sangiovese: il giardino verticale, i lucernari solari, la centrale a biomasse come l'Enoteca ed il Winehouse nel cuore della produzione, sono alcuni dei segni architettonici di questo stile improntato su qualità e sostenibilità.

Cantina Salcheto
Progetto
Architetto:
Michele Manelli
Anno di realizzazione:
2011
Michele Manelli

L'idea della cantina nasce nel 2005, quando il fondatore ed AD della Salcheto Michele Manelli si stava adoperando per immaginare il futuro dell'impresa, in una fase in cui la crescita dimensionale sembrava imprescindibile. La sua idea fu di partire dal caposaldo della qualità, in particolare quella del Sangiovese, immaginando una cantina che riuscisse ad enfatizzarlo, per poi riflettere su come integrare nel progetto obiettivi dl riduzione dell'impatto ambientale ed assumendo pienamente quel ruolo sociale che anche una cantina deve affrontare. Perchè l'architettura di una cantina influenza nettamente la qualità del vino, come nel caso di un percorso gravitazionale del flusso produttivo che preserva le sottili bucce del sangiovese. Quella stessa architettura deve poi essere in grado di integrare le più efficienti funzionalità energetiche: un grande tetto piazzale per l'accesso delle uve dall'alto può diventare una risorsa di luce naturale, difendendo la cantina dal riscaldamento estivo magari con un'irrigazione "adiabiatica", tutte soluzioni economiche da realizzare ed a costi quasi nulli di esercizio.

Quando poi la progettazione della cantina riesce ad immaginare gli uomini e le donne che ci lavorano, i visitatori che deve accogliere, i vicini e tutta quella comunità locale che si trova a confrontarsi con quella nuova presenza, allora avremo ottenuto un modello di progettazione improntato alla sostenibilità e ad una visione olistica dell'impresa nell'ecosistema e nella società. La cantina della Salcheto, inaugurata nel 2011 in piena autonomia energetica, con negozio, ristorante ed albergo integrati lungo il processo, avanzate soluzioni di comfort e sicurezza per i lavoratori ed una incredibile integrazione paesaggistica è stata oggetto di studi e ricerche che l'hanno resa un modello di riferimento della sua epoca, dalla gestione della vigna fino al packaging. Il sogno di Michele Manelli e dei suoi compagni di avventura si è materializzato in un'architettura responsabile e capace di mutare radicalmente l'identità stessa di tutta l'impresa.

Ospitalità

L'Enoteca di Salcheto nasce nel cuore dell'azienda, dove si fa il vino. Non è un caso ma una scelta, quella di aprire tutte le porte ai visitatori, per trasmettergli veramente quello che si fa in cantina. Anche nel mezzo della vendemmia si potranno assaggiare i vini, magari accompagnati da uno dei brunch proposti dalla cucina ed ispirati dai due grandi orti aziendali, godendo del panorama su Montepulciano sia dalla sala interna che dalla grande terrazza.

Salcheto Winehouse è un intimo albergo di campagna, raccolto in un casolare del 1200, nel cuore della tenuta vinicola. Le sue viste, pittoresche e maestose, si aprono sul borgo antico di Montepulciano fino ai "chiari" della Valdichiana disegnati da Leonardo Da Vinci. Le 9 stanze, il salone e la grande cucina, sono arredate da Elisa Cavani di Manoteca. Non mancano i giusti abbinamenti di intrattenimento, come le vasche riscaldate a legna in giardino, le E-bikes, i corsi di cucina ed i percorsi naturalistici tra le vigne.

Vini

Vini di territorio e sangiovese sempre, improntati su bevibilità, freschezza e precisione aromatica, con vinificazioni senza solfiti aggiunti e lieviti indigeni. Un'identità profondamente radicata nel distretto del Nobile, il suo vino più rappresentativo ed oggi offerto nell'iconica bordolese toscanella, la bottiglia più leggere ed ecologica possibile. Un percorso qualitativo che culmina nella Vigna del Salco, la più matura e da cui nascono cru profondi e caratteriali. Un'idea di vino sempre aperta all'innovazione con gli Obvius Rosso, Bianco, Rosato e Giallo Oro fatti senza nemmeno l'aggiunta di solfiti fino in bottiglia, lasciando così esprimere aromaticità dimenticate